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UN OGGETTO DI CUI SI E' DIMENTICATO L'USO LO SCALDINO IN ARGENTO
Lo scaldino è un recipiente in metallo, in terracotta o in maiolica che, riempito di brace o
cenere calda, era generalmente tenuto in grembo per scaldarsi.
Lo scaldino era usato soprattutto dalle donne e questa circostanza ha fatto sorgere in Olanda la
credenza che la donna potesse restare incinta semplicemente portando sul grembo uno scaldino acceso.
Anche in Toscana, nell'antichità, era viva la credenza che lo scaldino avesse questo potere quando la donna
lo teneva vicino al proprio corpo e sotto il vestito, ma in questo caso il responsabile era un folletto
alato che si introduceva nel corpo della donna e la rendeva incinta (vedi nota).
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un 'folletto' alato rende incinta la donna con lo scaldino
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Sia gli scaldini in maiolica che quelli in metallo avevano
all'interno un contenitore metallico per la brace, che ne evitava il diretto contatto con la
superficie esterna. Gli scaldini in ceramica erano dipinti sui lati e sul coperchio
con ricche decorazioni floreali, scene di genere o paesaggi.
Esistevano anche degli scaldini 'da letto', che, muniti di un manico orizzontale in legno,
venivano usati sotto le coperte. In questo caso (almeno in Italia) le coperte venivano
tenute sollevate da un'apposita impalcatura per evitare di bruciarle con il contatto
diretto con lo scaldino
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scaldino in ceramica 'famille-rose' (XIX secolo)
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Esistevano anche degli scaldini 'da letto', che, muniti di manico
orizzontale in legno, venivano usati sotto le coperte. In questo caso (almeno in Italia) le
coperte venivano tenute sollevate da un'apposita impalcatura per evitare di bruciarle con il
contatto diretto con lo scaldino
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scaldino da letto Vittoriano in rame con manico in legno e relativo supporto
a protezione delle coperte
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In Italia lo scaldino in argento era per lo più di forma ovale irregolare con un coperchio
a giorno traforato (i fori atti a far passare il calore erano detti 'sfiatatoi'), piedini in legno
o metallo e un manico composto di volute laterali usualmente assai elaborate e una manetta centrale
in legno (esistono però anche scaldini con manette in avorio).
Gli esempi artisticamente più pregevoli furono realizzati nel XVIII e nel XIX secolo,
con modelli che hanno seguito l'evoluzione stilistica dell'epoca e con varie ornamentazioni a fiori,
festoni, foglie, cartelle, mascheroni, fasce di motivi geometrici, che potevano essere incise,
cesellate e talvolta con zone a rilievo racchiudenti medaglioni.
In Italia lo scaldino fu un pezzo tipico delle più affermate argenterie regionali, da Genova e Torino
a Napoli e Roma.
Qui sotto è illustrata una selezione di scaldini prodotti in Italia (Roma, Napoli, Firenze, Milano) tra la fine del '700
e la prima metà dell'800.
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scaldino ovale su quattro piedi a forma di foglia, interamente
traforato a motivi geometrici. Argentiere Alessandro Zanetti, Bologna, fine XVIII inizi XIX secolo
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Argentiere Alessandro Zanetti, Bologna, fine XVIII inizi XIX secolo
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scaldino di forma circolare con godronature verticali, poggiante su
quattro piedi ferini. Il corpo è decorato a sbalzo con motivi floreali, coperchio traforato
e sfiatatoi a forma di foglia, manico a doppia ansa con presa in legno. Probabilmente
Napoli, 1824/1832.
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probabilmente Napoli, 1824/1832
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scaldino di forma ovale poggiante su quattro piedi ferini.
Decorato sul corpo con due fasce di foglie di acanto e fiori e nastri. Le prese laterali sono zoomorfe e
il coperchio è completamente traforato con motivi floreali. Argentiere Giannotti Angelo, Roma, 1824-1865
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Argentiere Giannotti Angelo, Roma, 1824-1865
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scaldino di forma circolare poggiante su un piede circolare liscio con
all'interno il contenitore in rame per la brace. Il corpo è decorato con una larga fascia
di foglie. Il coperchio è completamente traforato e munito di pomolo a forma di bocciolo.
Il manico, pieghevole, è minito di manetta centrale in legno. Argentiere Menazzi Girolamo,
Roma, 1802-1835
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Argentiere Menazzi Girolamo, Roma, 1802-1835
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scaldino da letto di forma circolare con lungo manico in legno ebanizzato. Larga fascia
sul corpo e sul coperchio cesellata con volute e conchiglie. Il coperchio traforato.
Argentiere Biagio Giordano, Napoli, 1774-1793
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Argentiere Biagio Giordano, Napoli, 1774-1793
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scaldino da letto di forma circolare con manico laterale in legno
Corpo privo di lavorazioni e coperchio traforato. Milano circa 1820
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Milano, circa 1820
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scaldino di forma ovale poggiante su una base decorata a perline,
manico basculante con presa in legno incernierato al corpo con due teste di Medusa.
Corpo con monogramma 'FO' e motivi decorativi incisi. Coperchio traforato a foglie.
Argentiere Angelo Codacci, Firenze, 1773-1821
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Argentiere Angelo Codacci, Firenze, 1773-1821
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(nota) la tradizione della donna resa incinta dal fuoco risale addirittura agli Etruschi ed è menzionata
sia da Plinio che da Livio. Essi riferiscono come la madre di Servio Tullio, Ocresia (una prigioniera
di guerra di nobili origini), fosse stata fecondata dal fuoco del lare domestico, generando in tal modo
Servio Tullio, che, dopo la morte del suocero Tarquinio Prisco, venne eletto VI re di Roma.
un articolo per www.silvercollection.it - A Small Collection of Antique Silver and Objects of Vertu
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